21 MARZO – Facciamo sentire la nostra voce

In una giornata estiva magistrati, rappresentanti delle istituzioni e delle forze di polizia, cittadini e studenti si riuniscono per ricordare con dolore il primo anniversario della strage di Capaci. Alla commemorazione è presente anche Don Luigi Ciotti, fondatore dell’organizzazione antimafia “Libera”. All’improvviso si avvicina a lui una donna vestita in lutto, gli stringe le mani e dice: «Sono la mamma di Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone. Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri». Carmela non è la sola a soffrire. Da questo episodio nasce, il 21 Marzo, primo giorno di primavera, la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Ogni anno una città diversa e un elenco di nomi scandiscono la memoria, che si fa impegno quotidiano. Questa volta ad ospitare la manifestazione nazionale è stata Roma, ma anche altre città d’Italia sono scese nelle piazze locali per mantenere vivo il ricordo. Alla manifestazione, promossa da Libera contro le mafie, hanno aderito in moltissimi: cittadini, associazioni e realtà territoriali, gruppi scout, organizzazioni studentesche e scuole da tutta Italia per un totale di quasi 100.000 persone. Il corteo, partito da Piazza dell’Esquilino, termina al Circo Massimo, luogo in cui si è svolta la lettura dei nomi e dei cognomi delle vittime innocenti delle mafie (più di 1000), dopo un minuto di silenzio Don Luigi Ciotti ha iniziato così il suo discorso: “È nostro compito trasformare la memoria del passato in etica del presente, della condivisione e della corresponsabilità. Due parole ci hanno accompagnato in questi 29 anni: memoria e impegno. E non c’è memoria vera senza impegno”. Tra gli altri temi affrontati da don Luigi, al primo posto c’è quello dell’informazione: “Il male bisogna chiamarlo per nome, mafia, camorra, ’ndrangheta, sacra corona unita, stidda, ed è nostro compito sporcarci le mani per ottenere diritti, pace e giustizia per tutti. Altrimenti restano soltanto parole”, dice il presidente di Libera; subito dopo ricorda Ilaria Alpi e Miran Hrovatin come esempi di coerenza e di coraggio e parte un lungo applauso. Il discorso si conclude con un appello ai più giovani, si rivolge a loro esortandoli a far sentire la loro voce, per promuovere la pace. Ci sembra necessario sottolineare quanto il messaggio espresso da Don Ciotti sia fondamentale: il miglior alleato della mafia è sempre stato e sempre sarà il silenzio. Perciò è necessario, a nostro avviso, oggi più che mai, accogliere nelle scuole le realtà che ogni giorno si impegnano nella lotta contro le mafie, insegnare ai nostri coetanei e amici quanto potere sia racchiuso nelle parole, movimentarci, organizzarci, aiutare, ascoltare, ognuno con i propri mezzi e nel modo in cui gli è permesso. La legalità è l’unico modo tramite cui è possibile l’uguaglianza, vera espressione della giustizia.

“La mafia uccide, il silenzio pure.” – Giuseppe Impastato

Autore

Isabella Infante & Arianna Santomauro

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