La cultura non si sgombera

In una città che non respira, in cui i luoghi di cultura, di ritrovo, di bellezza, sono pochi e mal tenuti, in cui i giovani vagano senza punti di riferimento, ci si aspetta che i pochi centri culturali vengano protetti dagli interessi privati a ogni costo, ci si aspetta che il governo preservi quei baluardi di civiltà, di ritrovo, di comunità.

Non è stato così lo scorso lunedì 30 novembre: il centro Nuovo Cinema Palazzo, il polmone culturale di San Lorenzo, è stato smantellato e sgomberato: sono prevalsi a Roma, nella nostra bella, bellissima, eppure difficile città, le ragioni del privato. Per quasi dieci anni il Nuovo Cinema Palazzo ha offerto spazi culturali e di aggregazione a tutta la popolazione, di San Lorenzo e di Roma intera. Là dove dieci anni avrebbero voluto costruire un casinò, una sala bingo, i cittadini hanno voluto un teatro e un cinema.

È questo quello che dicono anche i volantini distribuiti in via degli Ausoni: “Dove la proprietà voleva che si installasse un casinò migliaia di persone hanno portato spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche. Dove era programmato un luogo di tristezza e povertà sono sbocciati solidarietà e bellezza. Dall’inizio della crisi pandemica il Nuovo Cinema Palazzo è stato punto di riferimento per le fasce più deboli del territorio, dagli studenti che hanno perso ogni spazio dove studiare, ai comitati che hanno organizzato le raccolte di generi di prima necessità”.  Nonostante gli studenti e le studentesse, gli attivisti e i cittadini, giovani e anziani, che si sono opposti alla chiusura del centro scendendo in piazza, i blindati della polizia a piazza dei Sanniti sono stati irremovibili.

Ci si domanda come mai la priorità della Prefettura e della Questura, in questa fase di emergenze per il paese, sia lo sgombero del cinema Palazzo, mentre la sindaca si dice soddisfatta e twitta: “Ringrazio la Prefettura e le forze dell’ordine per le operazioni di sgombero di oggi. A Roma le occupazioni abusive non sono tollerate. Torna la legalità”. Ma l’incoerenza regna sovrana e sui social diventa virale l’immagine della Raggi candidata sindaca, intenta a far campagna elettorale proprio all’interno del Cinema Palazzo.

Il vice sindaco Luca Bergamo rilancia: “Le persone che hanno fatto vivere il Cinema Palazzo fino a oggi hanno svolto una funzione sociale e culturale importante, in un quartiere che soffre la pressione di una piccola criminalità aggressiva. Ritengo che la struttura debba essere soggetta a un vincolo culturale e rimanere parte integrante degli spazi che rendono la città viva anche se tornata in possesso della proprietà e che serva trovare una sede idonea nel quartiere perché l’esperienza sia continuata”. La sindaca si è poi detta disponibile a confrontarsi con gli attivisti, che per anni avevano chiesto l’apertura di un tavolo delle trattative.

Ma il 30 novembre non è stato sgomberato solo cinema palazzo. È stato sgomberata, nelle stesse ore, la sede dell’organizzazione neofascista forza nuova, e dai loro megafoni gli attivisti hanno protestato: “Ci hanno paragonato a Forza Nuova, ma ci rendiamo conto?” La democrazia, il cinema, il teatro, messi sullo stesso piano del razzismo, della violenza, delle discriminazioni.

I luoghi di dibattito, di confronto, di cultura, dovrebbero essere intoccabili. La cultura non si sgombera.

Autore

Giulia Mingozzi

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