Il liceo ginnasio statale “Augusto”, che si avvia a compiere un secolo di vita, ha visto crescere nelle sue aule tanti giovani che hanno raggiunto notorietà nazionale e internazionale in vari campi della cultura grazie prevalentemente al proprio innato talento, unito alla dedizione e alla tenacia. Gigi Proietti è stato uno di questi.

Il liceo “Augusto”, quale una delle poche istituzioni scolastiche “classiche” con ubicazione a lungo periferica (rispetto ai tanti licei del centro storico), ha saputo coltivare e valorizzare ragazzi del ceto medio-popolare “che si sono fatti da soli”, cresciuti tra le speranze e i sogni del tempo, appartenenti per lo più a quella Roma “accessoria”, piena di immigrazione meridionale, che ha caratterizzato nel dopoguerra i quartieri lungo l’Appia Nuova e la Tuscolana. Proietti, anche come studente dell’Augusto, ha fatto parte proprio di quella generazione nata a ridosso del conflitto mondiale, imbevuta di grandi aspettative, protagonista di una Roma dinamica e pregna di attese, pragmatica e solidale, senza pregiudizi. Lui cresciuto prima al Tufello e poi all’Alberone, proprio a ridosso del nostro liceo, per padre un carabiniere umbro e per madre una casalinga della provincia di Rieti.
L’istrionico attore, che si è spento il 2 novembre 2020, giorno del suo ottantesimo compleanno, è stato studente di questo liceo alla fine degli anni Cinquanta, nella sezione H. “Rivendicandolo” in molteplici occasioni.
Gli studenti del periodo ricordano un ragazzino magro, spiritoso, commediante geniale, già bravo nel suonare la chitarra, nel cantare con una voce melodiosa e moderna e nel proporre sketch sia a scuola sia durante le numerose feste con i compagni. Talvolta raggiungeva la vecchia succursale del liceo, in via Bobbio, in quanto era tutta femminile. I compagni del tempo ricordano che si fidanzò proprio con una ragazza del liceo. Anni spensierati che l’attore stesso ha rievocato nel libro autobiografico “Tutto sommato qualcosa mi ricordo” (Rizzoli). Agli esami di maturità fu rimandato in tre materie, poi ha raggiunto un’ottima votazione complessiva, brillando con un 9 in latino, lingua che resterà nel suo cuore per tutta la vita.
Più volte l’attore ha ricordato il periodo trascorso al liceo classico “Augusto” anche durante le numerose interviste. Lo ha fatto, di recente, nel corso della festa del Fatto quotidiano con Marco Travaglio, ma anche con tre altri ex alunni del liceo di via Gela, Diego Bianchi, Flavio Insinna e Anna Galiena.
Ha ricordato: “C’era un certo Collina che ai primi appelli che facevano all’inizio di scuola non rispondeva, perché non c’era. E questo Collina non è mai venuto. E allora c’era sempre qualcuno che, quando il professore chiamava ‘Collina’, diceva ‘Presente’. Facevamo a turno. Oggi mi piacerebbe conoscerlo questo Collina…”
(Giampiero Castellotti)