Il Turkmenistan: la dittatura più strana del mondo? [Parte 2]

Nella prima parte di questo articolo ho introdotto il personaggio di Saparmurat Niyazov, la sua “riforma culturale” e il suo culto della personalità: nella seconda mi occuperò della sezione dedicata al Ruhnama, il libro del leader, e ai diritti umani sotto il suo governo.

Il Ruhnama

Il Ruhnama, “libro dell’anima” è un poema in due volumi scritto da Saparmurat Niyazov e pubblicato nel 2001, con una ristampa nel 2004. In questo libro, oltre ad essere raccontati fatti di natura storica e mitologica legati alla storia del paese, vengono descritti alcuni precetti morali da seguire per i cittadini del Turkmenistan. Niyazov si assicurò che il libro venisse letto da tutti, con diversi provvedimenti: oltre ad imporre a tutte le case e librerie del paese il possesso di una copia del suddetto libro, rese l’imparare a memoria ogni singolo verso del libro un requisito essenziale per chiunque volesse laurearsi, ottenere un posto di lavoro pubblico, o addirittura ottenere una patente di guida. Inoltre durante il suo mandato quella fu l’unica versione della storia turkmena approvata dal governo e insegnabile nelle scuole, tanto che un corso di studi sul Ruhnama all’interno di tutte le scuole superiori divenne obbligatorio per tutti gli studenti. A livello religioso elevò il suo scritto al pari del Corano (infatti la religione predominante nel paese è l’Islam), esponendolo nelle moschee insieme a quest’ultimo, e dichiarò davanti alla nazione di aver parlato con Dio in persona, e che questi gli avesse indicato una via per il paradiso: la lettura per tre volte del Ruhnama. Nel 2005 fece un accordo con la Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, per mandare una copia del libro nello spazio, attraverso una sonda. Infine fece costruire ad Ašgabat una copia monumentale del libro: la cosa sorprendente di questa replica è che non è una statua: è un libro vero, che ogni giorno si apre in una pagina diversa: la foto a destra è proprio di questo colossale libro.

I diritti umani in Turkmenistan

Alcuni dei provvedimenti già citati (la statua in oro, la copia gigante del Ruhnama) hanno contribuito ad impoverire il già povero paese, insieme ad altre azioni, come la costruzione di una pista di pattinaggio e di una foresta nel deserto del Karakum, uno dei più caldi dell’Asia (famoso anche per la Porta dell’Inferno, un cratere pieno di gas in costante combustione). Questa fu solo una delle numerose violazioni dei diritti umani avvenute in Turkmenistan sotto il governo di Niyazov: oltre a chiudere tutti gli ospedali e le biblioteche al di fuori della capitale (asserendo a proposito delle biblioteche che “il buon turkmeno ha bisogno di conoscere solo due libri: il Corano e il Ruhnama”), danneggiando gravemente il sistema sanitario e culturale del paese, vennero operate discriminazioni nei confronti delle minoranze etniche, soprattutto dei russi. A dimostrazione di questo abbiamo l’abolizione della cittadinanza doppia all’interno del paese, i numerosi abusi subiti dalla popolazione russa e il divieto di pubblicazione ai vari media russi. Anche la stampa venne assai limitata: oltre al controllo nazionale dei mezzi di informazione, giornalisti turkmeni hanno dichiarato in un’intervista a Human Rights Watch di essere stati oggetto di numerose pressioni e persecuzioni da parte del governo; inoltre ogni accesso a Internet venne tagliato. Infine a livello politico ogni opposizione al governo viene considerata punibile con la morte, in quanto percepita come “alto tradimento nei confronti dello stato”, e vi è un forte tasso di brutalità attuata dalla polizia.

Fonte e crediti dell’immagine di copertina: https://www.bbc.com/travel/article/20150213-where-las-vegas-meets-pyongyang

Autore

Beniamino Gatto

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