ASSEMBLEA DI ISTITUTO APRILE 2023 – Intervista al Professor Filippo Pergola

L’assemblea di istituto del 17 Aprile 2023 ha avuto come ospiti la Dott.ssa Simona Marricchi, psicologa del nostro liceo, ed il Professor Filippo Pergola, docente di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione presso l’Università di Tor Vergata. Il Professor Pergola ha analizzato in modo accattivante ed avvincente i tre “mostri” della nostra generazione; il malessere, dice il Professore, deriva dalla mancata ricerca di un “proprio giusto posto”, una ricerca, però, ostacolata dalla nostra stessa società, caratterizzata dalla cosiddetta “ipertrofia dell’io”, a causa della quale, sin da piccolissimi, siamo abituati a fare e ottenere qualunque cosa. Tuttavia, questa condizione di “semi onnipotenza” conduce l’individuo all’eliminazione progressiva del senso di desiderio, cioè all’apatia. Il Professore aggiunge che, oltre alla “mancata ricerca” e all’ipertrofia, una gran parte dei disagi adolescenziali scaturisce dall’eliminazione dello “straniero”, quella parte di noi che tentiamo di nascondere agli altri. Dopo l’intervento si è dibattuto fra numerose altre cose anche del sondaggio realizzato dal Direttore di “Augustus” in collaborazione con il Liceo Classico “Berchet” di Milano circa la condizione psicologica degli studenti e il loro rapporto con i docenti: si tratta di un’iniziativa, come già sottolineato durante la conferenza, davvero cruciale per la nostra comunità, utile non solo per gli studenti ma soprattutto per un proficuo confronto e dialogo docente-studente.

INTERVISTA AL PROFESSOR PERGOLA

D: In che modo si può tornare alla concezione iniziale di scuola come luogo dedito al “tempo libero per sé”?

R: Rinegoziando l’idea che il produttore di quel sapere, cioè l’insegnante, faccia attenzione alle esigenze del fruitore del servizio, cioè l’alunno. Ogni allievo, infatti, è qui per coltivare se stesso e sta chiedendo un servizio. Dunque, così facendo, si attribuisce un nuovo senso allo stare in classe, che parte dall’idea secondo la quale ciascuno vi si trova per svolgere la sua professione, il “proprio giusto posto”, fondamentale per contribuire al bene ed al progresso di chi ci sta intorno. Inoltre, alla base della scuola ci deve essere la benevolenza, una parola antica che non si usa più ma che invece deve occupare una posizione centrale nelle nostre vite. 

D: In quale modo la nostra generazione, caratterizzata dalla cosiddetta “ipertrofia dell’io”, ha accusato i colpi della pandemia? 

R: Il COVID ha creato l’impossibilità di avere un confine tra il dentro ed il fuori, concetto paradossale se ci si pensa. Il dentro è uscito al di fuori ed il fuori è entrato all’interno. Per questa ragione è stato impossibile effettuare passaggi mentali: la nostra mente è stata abituata a balzare da una parte all’altra, ma non a transitare, cioè a passare per delle porte mentali. Le porte sono in qualche modo state scardinate dopo il COVID. Questo ci ha portati a sentire tutto il mondo chiuso in una stanza e, contemporaneamente, a vedere la stanza come un mondo. Questa chiusura interiore ha acuito il problema dell’ipertrofia per cui, egoisticamente, non si pensa più a ciò che si trova al di fuori della stanza, ma solo a ciò che è all’interno. Pertanto, attualmente è fondamentale ricostruire un senso di comunità, facendo circolare i beni relazionali: reciprocità, cooperazione e fiducia; solo così possiamo ripartire.

D: Qual è la ragione dietro il malessere giovanile? 

R: Il malessere nasce dall’incapacità di digerire i limiti, le frustrazioni e le attese rispetto al soddisfacimento di desideri: siamo stati abituati ad ottenere tutto immediatamente, dunque la nostra “muscolatura psichica” non è più adeguata. Per questa ragione ogni piccola frustrazione scatena un’ansia, una rabbiosità incontrollabile o una depressione. Non essendo mentalmente allenati, ci sembra che il mondo ci stia crollando addosso. L’unico modo per risollevarci è riattivare in noi il senso di “essere in grado di”, “di essere competenti” perché, malgrado il nostro senso di impotenza, noi siamo in realtà capaci di costruirci un futuro possibile. Facciamolo!

Autore

Gabriele Simbolotti

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