TRICOLORE D’ITALIA – Storia e identità dietro la Bandiera Nazionale

Comparso per la prima volta il 7 gennaio del 1797 a Reggio Emilia su una bandiera, per molto tempo si è cercato di capire come sia nato il Tricolore Italiano. Alcuni hanno riconosciuto i tre colori della bandiera Nazionale (il verde, il bianco e il rosso) esposti sul carroccio durante la battaglia di Legnano, altri come i colori presenti nello stemma dei guelfi toscani, per altri ancora i tre colori della Bandiera sono citati da Dante nella Divina Commedia, precisamente al canto XXIX del Purgatorio. Ma per la maggior parte degli studiosi, il Tricolore, è nato per la diffusione di una notizia falsa. Si, avete capito bene! Infatti nel 1789, al momento dello scoppio della rivoluzione in Francia, il popolo parigino scelse il verde come colore da porre al centro delle loro coccarde perché simbolo della speranza, ma venne ben presto abbandonato perché era anche il colore dei reazionari, favorendo così il blu e il bianco, in omaggio alla casa dei Borbone regnante in Francia. Così i primi corrispondenti che giunsero in Italia dalla Francia, riportarono che i colori simbolo della rivoluzione francese erano il verde, il bianco e il rosso; omettendo quindi il cambiamento avvenuto. Allora, i primi italiani che manifestarono assenso nei confronti degli ideali rivoluzionari, cominciarono ad indossare delle coccarde con i colori della bandiera italiana che conosciamo tutt’oggi, credendo che quello che stavano portando, in realtà, si trattasse del tricolore francese. La presenza di queste prime coccarde è testimoniata già a partire dal settembre del 1789 in alcune principali città dell’Italia Settentrionale, come Genova e Milano. Una volta chiarito l’errore, i giacobini italiani decisero di continuare ad utilizzare il verde sulle loro coccarde perché simbolo metaforico di eguaglianza e dei diritti umani. Con la Campagna d’Italia compiuta da Napoleone nel 1796, cominciarono le svolte: il Tricolore, divenuto inizialmente vessillo della Legione Lombarda (un corpo di patrioti Milanesi che scelsero di arruolarsi come volontari nell’esercito napoleonico), con la Repubblica Cispadana divenne per la prima volta simbolo di uno Stato Italiano sovrano, venendo scelto all’unanimità dall’assemblea del nuovo stato costituito avvenuta il 7 gennaio 1797. Dopo la parentesi napoleonica, con la Restaurazione la Bandiera Nazionale Italiana venne considerata come clandestina e, specialmente in quegli stati preunitari dove era forte l’influenza straniera, per chiunque esponesse un Tricolore Italiano vi era la pena di morte. Dopo i moti del 1830-31, fu di grande importanza la scelta di Giuseppe Mazzini di utilizzare i tre colori come simbolo della Giovine Italia, contribuendo così a diffondere la bandiera in tutta la penisola. Essa rappresentava, oltre che l’associazione segreta mazziniana, anche la speranza del popolo italiano nell’unificazione della penisola. Infatti come si può leggere nella terza strofa dell’Inno Nazionale di Mameli “… Raccolgaci un’unica Bandiera, una speme: di fonderci insieme, già l’ora suonò…”. Ed è proprio per questo motivo che la Bandiera Tricolore veniva esposta durante le rivolte ai danni dei sovrani conservatori (nel 1837 in Sicilia, 1841 negli Abruzzi, durante le cinque giornate di Milano – del 1848 – venne addirittura issato sulla guglia più alta del Duomo – quella della Madonnina) e le sommosse mazziniane di tipo repubblicano (spedizione dei fratelli Bandiera del 1844 e la Repubblica Romana del 1849). Durante la Prima Guerra d’Indipendenza il Tricolore venne adottato dal Regno di Sardegna come simbolo Nazionale (con lo stemma di Casa Savoia sovrapposto centralmente al colore bianco) e con il completamento dell’unità da tutta la Penisola. Nel 1946 assunse la splendida forma che tutt’oggi possiamo ammirare non appena la Bandiera Nazionale garrisce al vento.

Autore

Giovanni Graziani

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