Quasi chiunque ha l’applicazione di Instagram scaricata sul proprio smartphone e giornalmente si ritrova a scorrere i vari post, reels e le storie di chi segue. Le persone che pubblicano il più delle volte mostrano solo i momenti più felici e spensierati della propria vita, i traguardi raggiunti e la versione migliore di sé stessi, raramente la vita reale e le proprie debolezze. Molti influencer e digital content creator hanno un grande seguito e un numero elevato di follower, tra i quali ci sono adolescenti che data la loro età a volte non riescono e discernere la vita reale da quella idealizzata mostrata sui social da quest’ultimi. Vengono caricati in continuazione post e reels di ragazze bellissime con fisici “perfetti” che sorridono e si godono la propria vita, altri di ragazzi giovanissimi con una carriera già avviata, e ancora, famiglie alla “Mulino Bianco” quasi invidiabili. A partire dal periodo del lockdown si è sviluppato un fenomeno per il quale sempre più ragazze e ragazzi fanno video in cui mostrano prima i loro fisici e successivamente ciò che mangiano durante la giornata, i video che mostrano questa tipologia di contenuti vengono definiti i “What I eat in a day”. Gli influencer che pubblicano questi brevi video credono di essere una vera e propria ispirazione salutare per gli altri, ma la maggior parte delle volte vanno a promuovere comportamenti alimentari, scorretta alimentazione e diminuzione dell’autostima. I disturbi alimentari, da sempre esistiti, sono stati sfortunatamente incrementati dalla pandemia e incentivati da contenuti malsani che spopolano ad oggi sui social media. Secondo uno studio pubblicato di recente dall’International Journal of Eating Disorder, vi è stato un aumento del 36% dei sintomi associati a disturbi alimentari e un aumento del 48% dei ricoveri. Ovviamente i social media non sono l’unica causa scatenante di questi disturbi che purtroppo riguardano 1 adolescente su 5 in Italia, ma impattano molto sulla salute mentale dei più giovani. Oltre ai “What I eat in a day” vengono pubblicate le cosiddette “ricette fit” che prevedono l’uso di pochi ingredienti, per lo più ipocalorici, e vengono proposte come soluzione per dimagrire rapidamente senza però rinunciare al buon gusto. Queste ricette sono quasi sempre deleterie in quanto prive di nutrienti e aventi poche calorie. Ogni persona ha un fabbisogno energetico differente e, nel caso in cui volesse perdere o prendere peso, tonificare o mangiare meglio, sarebbe meglio che si rivolgesse a un dietista o a un dietologo che ha studiato proprio per riuscire a fornire un programma personalizzato adatto alla persona interessata. La stessa considerazione vale per lo sport: meglio certamente avere un coach o un personal trainer, piuttosto che affidarsi ad un ‘fai da te’ costruito attraverso qualche indicazione trovata sul social del momento. Instagram e in generale i social non possono fornire modelli sani in merito, anche se ultimamente diversi dietologi e personal trainer pubblicano contenuti nei quali danno consigli utili. Quello dei disturbi alimentari alimentati dai social è un grave problema. Su Instagram però, non ci sono solo contenuti forvianti, si sono andate via via creando anche positive community di persone che aiutano altre ad accettarsi così come sono per poi eventualmente iniziare ad intraprendere un percorso di crescita e cambiamento personali. Non sempre tutto è come sembra, anzi, sui social non lo è quasi mai. Esistono tante app tra cui per esempio: Snapseed, Dazz cam, Gimp e Photoshot che consentono di modificare totalmente le foto, cambiando le luci, alterarando i colori e modificando parti del corpo come per esempio il naso, la vita, le gambe e le braccia per renderle magari più snelle e filiformi. Ogni giorno ragazze il cui corpo sta cambiando per via dell’età e dunque per la crescita, si ritrovano a paragonarsi ai corpi finti e spesso non sani di coloro che considerano idoli o comunque modelli da seguire, senza riuscire a comprendere che in realtà dietro c’è stato uno studio di editing per riuscire a renderli così. Molti video mostrano la vita perfetta di alcune influencer che viaggiano in continuazione, hanno tanti soldi e sono perennemente realizzate e felici. Allo stesso modo si sente parlare di ragazzi o ragazze prodigio che riescono a diventare imprenditori o imprenditrici o a laurearsi in tempi record. Ogni persona in realtà vive anche di momenti bui, e per raggiungere un determinato obiettivo impiega tempo e può compiere errori. I social non rispecchiano il vero percorso affrontato per raggiungere uno scopo. Concludo con il dire che non tutto ciò che ci offrono i social è da categorizzare come “cattivo”, ma che bisogna contestualizzare e osservare con occhio critico un contenuto piuttosto che un altro ed infine rendersi conto che non tutti vivono le stesse esperienze nello stesso modo e momento. Bisognerebbe avere i giusti strumenti per cogliere il buono che i social offrono come per esempio la connessione tra persone che vivono le stesse difficoltà e che dunque possono sentirsi rappresentate e comprese.