Mi piacerebbe iniziare questa recensione dicendo che dal momento in cui ho visto questo film ho sentito l’impellente dovere di parlarne. Si tratta di una pellicola del ’97 portata sullo schermo da nomi come Matt Damon, Ben Affleck e Robin Williams, i quali vestono rispettivamente i panni di un giovane uomo dalla mente prodigiosa di nome “Will”, ridotto a lavorare come collaboratore in una prestigiosa scuola, un professore di matematica che lavora proprio in quest’ultima, e un terapista che aiuterà Will nel suo introspettivo percorso di conoscimento di se stesso. Nel corso del film possiamo vedere come Will si nasconda dietro a quest’intelligenza innata, occultando e spostando dunque in secondo piano il motivo dietro la negligenza e la noncuranza nei confronti del suo genio: la sua infanzia. Difatti questo giovane uomo, rimasto orfano sin da tenera età, è sfortunatamente stato mandato in una casa di genitori adottivi nella quale era maltrattato e picchiato. Nonostante Will non se ne sia mai resto conto, ha portato con sé il pesante fardello di un’infanzia difficile e travagliata per venti lunghi anni. È solo grazie all’aiuto di Seaun Maguire, terapeuta mandato in aiuto da un professore che aveva notato la brillantezza di Will, che il nostro protagonista imparerà a comprendere alcuni aspetti della vita che purtroppo non si apprendono sui libri, come l’amore. Nel passato di Will non sono mancate le donne, ma nessuna è mai riuscita a essere una sfida costante per lui come Skylar, una ragazza conosciuta una sera in un pub. Nessuna è mai riuscita a farlo dubitare delle proprie convinzioni. Questo film è tutto da capire, a tratti ci farà odiare il giovane Will, forse per la sua ostinazione a non mettersi in gioco utilizzando la sua geniale mente, o forse per il costante desiderio di spingere via le persone che lo circondano, affinché non possano essere loro ad abbandonarlo per primi. Potrei dilungarmi in altri discorsi che prolungherebbero la spiegazione della trama fino all’infinito, ma ritengo che alla fine siate voi a doverlo guardare affinché possiate trovare un vostro punto di vista a riguardo.