APRILE: IL MESE DELL’ANTIFASCISMO – Intervista a Nicola Porcelli – ANPI

Il 25 aprile si celebra la Festa della Liberazione, un anniversario che ricorda l’affrancamento dall’occupazione nazifascista e la caduta del regime fascista. In occasione di questa giornata la redazione ha intervistato Nicola Porcelli, membro della sezione “Nido di vespe” dell’ANPI.

D: Aprile è il mese dell’antifascismo, quali sono secondo lei i valori che vanno ricordati in particolare in questo periodo?

R: Hai detto bene, è il mese dell’antifascismo, il mese del 25 aprile in cui i partigiani e la Resistenza hanno vinto sul nazifascismo lottando con i valori di libertà, giustizia e pace. Questi sono i valori fondamentali che ci hanno trasmesso i partigiani, per i quali essi hanno dato la vita e ci hanno portato alla liberazione. Da qui è nata la nostra Costituzione che riprende sostanzialmente proprio questi pilastri. Tutti gli articoli mettono al centro i diritti delle persone: ogni persona è libera, non ci devono essere discriminazioni di genere, tutti hanno il diritto alla sanità pubblica, alla scuola pubblica e a un lavoro che garantisca la propria dignità personale. La nostra carta costituzionale afferma ciò,dunque questi sono i valori che noi come ANPI, sia a livello nazionale che territoriale, cerchiamo di portare avanti e di difendere.

D: Diffondere queste idee fra i giovani in un periodo in cui sempre più persone si definiscono anti-antifasciste, sentendosi probabilmente legittimante anche dal nuovo Governo, è sicuramente importante. Quali crede siano i mezzi più efficaci per farlo?

R: Discutere. Discutere, parlare con tutti, fare cose insieme, studiare la storia. Ecco perché noi cerchiamo di venire nelle scuole di ogni ordine e grado, proprio per poter parlare. È importante che ci siano anche le domande degli studenti, perché non deve essere solo una lezione di storia generale, ma sono importanti i dubbi che permettono di chiarire meglio tutti i vari aspetti della problematica. Anche l’esempio conta molto: l’esempio che ci danno gran parte dei nostri politici non è di certo positivo, motivo per il quale dobbiamo coltivare la memoria, la memoria di ciò che è stata la dittatura fascista, di cosa è stata la Resistenza e il comportamento dei partigiani che in modo generosissimo hanno messo in gioco la propria vita, hanno sofferto, sono stati ammazzati proprio per questi ideali. La lotta della Resistenza ha attraversato tutti i ceti sociali, dai professori agli operai, ai muratori… tutti, uomini e donne. Penso sia anche importante sottolineare che il ruolo delle donne fino a un decennio fa non è stato valorizzato abbastanza, ma oggi, grazie a nuovi studi e approfondimenti, è emersa la grande importanza che hanno avuto. Ci sono state donne non solo staffette, ma anche donne combattenti, e senza la solidarietà di tutto un popolo che aiutava, sfamava e teneva nascosti i partigiani, la lotta della resistenza non si sarebbe potuta compiere.

D: Il 25 aprile è, purtroppo, una giornata sempre meno ricordata e partecipata, se non addirittura denigrata da alcune frange politiche. Secondo lei, come si evolverà la situazione nei prossimi anni e cosa si può fare per ricordare che i valori del 25 aprile prescindono dalle idee politiche di ognuno e sono parte integrante della nostra Costituzione e della nostra Repubblica?

R: Di certo l’attuale Governo italiano non si riconosce nella Resistenza, è oggettivo. Molti dei suoi componenti provengono da una tradizione storica che invece discende proprio dal fascismo, dalla Fiamma Tricolore, dall’MSI che un po’ ricorda l’RSI, cioè la Repubblica Sociale Italiana. Quindi si tratta sicuramente di un Governo, come ha dimostrato in quest’anno e mezzo, che tende a rivalutare esponenti del regime del Ventennio e a non riconoscere l’attualità della Resistenza e dei partigiani. Tuttavia dobbiamo considerare il 25 aprile come data fondante. Alcuni dicono che dalla Resistenza è nata la Costituzione che difende quei diritti universali di cui anche prima parlavamo. È necessario ricordare che la Resistenza ci ha dato la libertà dal nazifascismo e i diritti di solidarietà, di libertà, di giustizia sociale e di pace. Gli articoli della Costituzione sono tanti: molto attuale è l’articolo 11, il quale afferma che l’Italia rifiuta la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, e questo, in un periodo come quello attuale in cui purtroppo ci sono guerre molto vicine a noi, è un valore da sottolineare e da difendere. Tutto questo trova spazio nella manifestazione del 25 aprile.

Autore

Elena V. Turin

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