Venerdì 19 maggio, uno dei nostri rappresentanti d’Istituto è stato aggredito da due militanti di una nota organizzazione neofascista, di cui uno interno alla scuola. La vittima dell’aggressione ha manifestato tanta paura quanta moderazione; non ha infatti reagito con violenza, ma solo facendo in modo che si parlasse del fatto e che la questione non finisse lì. L’aggredito ha raccontato l’accaduto dicendo: “la situazione è brutta non solo per me, ma anche per l’intero Istituto, perciò è necessario sensibilizzare gli studenti affinché ne siano al corrente”. La nostra scuola ha manifestato la sua disapprovazione circa l’episodio e la sua solidarietà verso il Rappresentante aggredito per mezzo di una circolare, nella quale si condanna il gesto lanciando un messaggio contro la violenza e la prepotenza. In questo articolo vogliamo, però, condannare un altro aspetto emerso della questione: la non trascurabile matrice neofascista e squadrista dell’atto. La violenza è stata riportata da numerosi enti, organizzazioni, giornali e sindacati studenteschi: Il manifesto, la Repubblica, Roma Today, l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI), la CGIL, la Rete degli Studenti Medi, OSA, oltre a diversi collettivi romani. Inoltre, la notizia è giunta all’attenzione del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che si è espresso sull’episodio. Mercoledì 24 maggio è stato organizzato un presidio Antifascista davanti alla nostra scuola: la manifestazione, autorizzata dalle forze dell’ordine, è stata convocata dalla Rete degli Studenti Medi e ha coinvolto altre realtà come la CGIL, l’ANPI e il VII Municipio, di cui è stato portavoce l’assessore alla memoria storica Riccardo Sbordoni. Per di più, anche altri gruppi antifascisti come OSA e collettivi di diversi istituti, hanno aderito all’iniziativa, che ha riscosso un discreto interesse e una grande partecipazione anche tra il corpo docenti, i genitori degli studenti e gli Ex Augustei.
Ad intervenire durante il presidio è stata una dei quattro rappresentanti d’Istituto, la quale ha espresso solidarietà nei confronti del compagno: ”Noi studenti stiamo assistendo, sia dentro che fuori dal nostro istituto, ad una crescita della violenza: violenza che si manifesta con il vandalismo, sia sui muri esterni che interni; violenza che si manifesta con intimidazioni rivolte ad alcuni di noi mentre si limitano a volantinare; violenza fatta di parole e atteggiamenti aggressivi. Tale violenza, lo scorso venerdì, è diventata anche fisica, coalizzata, minacciosa, ed ha una matrice politica ben precisa: quella fascista. Siamo qui perché ogni giorno, sempre di più, qualcuno cerca di superare il limite della legalità e del lecito. Ogni giorno qualcuno tenta incursioni sempre più profonde, ostacolando la libertà altrui. Non siamo disposti a dare spazio al crimine e al fascismo, a chi riduce il confronto ad uno spettacolo e uno scontro. All’ennesimo attacco da parte di organizzazioni neofasciste, che da anni tentano di raccogliere consensi attraverso la sopraffazione e la violenza, la risposta è sempre la stessa: fuori i fascisti dalle scuole!” Un altro intervento è stato fatto da Giulia Mingozzi, ex augustea e coordinatrice della Rete degli Studenti Medi di Roma: ”Ci tenevo a intervenire oggi non solo come rappresentante di Rete degli studenti di Roma, ma anche perché questa scuola è stata la mia casa per cinque anni. Ricordo ogni singolo collettivo, ogni singola assemblea, ogni singola azione antifascista che è stata fatta qui; ricordo ogni singola pennellata che abbiamo dato su questo muro per cancellare le scritte fasciste; ricordo ogni singolo striscione antifascista che è stato appeso, calato e attaccato in questa scuola. E quegli striscioni non li abbiamo mai messi per bellezza, ma perché avevano un significato. Qualcuno evidentemente ha pensato che gli studenti dovessero pagare per questo.
Sono anni che i liceali delle scuole romane si dichiarano antifascisti, e sono anni che vengono minacciati e attaccati per tale motivo; per anni il collettivo ha cercato di cacciare i fascisti da questo quartiere e da questa scuola. Se sarà necessario strappare pezzo per pezzo tutte le locandine che i fascisti appendono su questi muri, e se sarà necessario fare dieci o cento presidi come questo, siamo pronti a farlo. Prima c’erano le occhiate, poi sono passati a strappare i volantini e a minacciare, mentre ora c’è la violenza. Una cosa deve risultare veramente chiara da questo presidio: questa è una scuola antifascita, e queste cose non vengono tollerate. Roma è antifascista, e queste cose non sono tollerate. Al fascismo noi rispondiamo con la cultura, con la militanza e soprattutto con l’organizzazione; con la forza di centinaia di persone che vivono questa città e la rendono antifascita. Ogni scuola, ogni strada, ogni quartiere è antifascista.” L’accaduto è stato reso ancora più grave da quest’ultimo avvenimento: la mattina del giorno 26 Maggio è comparsa una scritta sul muro della palazzina di via Gela che recita le seguenti parole: “Antifa sappiamo come sei fatto vola uno schiaffo ne prendi quattro”. La scritta, come si può notare, è un evidente riferimento ai recenti fatti che il nostro istituto deve denunciare per la loro vera natura: quella fascista, alla quale la nostra scuola si oppone in quanto mezzo d’istruzione, la miglior arma per combattere questo tipo di manifestazioni violente e anticostituzionali. In conclusione, crediamo sia importante condannare la violenza fascista e squadrista, come cittadini attivi, come comunità studentesca, come scuola e come nazione. Non si tratta di libertà di espressione, perché il fascismo non è un’opinione; il fascismo non ha partito; il fascismo non è né a destra né a sinistra; il fascismo è solo violenza e discriminazione, contrarie ai valori su cui si fonda la nostra Costituzione, redatta da persone antifasciste, basata su principi antifascisti e scritta con il fine di creare un paese antifascista.