HUNGER GAMES – La ballata dell’usignolo e del serpente

“Sono le cose che amiamo di più a distruggerci”. È con questa frase che si conclude La Ballata dell’Usignolo e del Serpente, prequel della famosa saga cinematografica di Hunger Games, tratta dall’omonima trilogia di libri di Suzanne Collins: a undici anni dall’uscita del primo film, il 15 novembre è arrivata nelle sale dei cinema italiani la storia di Coriolanus Snow, l’odiato presidente di Capitol City. Ambientato sessantaquattro anni prima dei giochi di Katniss Everdeen, questo prequel ha l’obiettivo di mostrarci l’ascesa dell’antagonista della saga, iniziata quando egli aveva solo diciotto anni. Infatti, nella decima edizione degli Hunger Games, Snow (interpretato da Tom Blyth) viene nominato mentore di Lucy Gray Baird (interpretata da Rachel Zegler), tributo del distretto dodici, al fine di farla sopravvivere e vincere il cosiddetto premio Plinth, con cui egli potrà sostenere la propria famiglia. Ciò che rende unico il prequel rispetto ai film del franchise usciti in precedenza è il fatto che la storia non è incentrata esclusivamente sui giochi, anzi, stavolta, la narrazione si divide in tre parti: una introduttiva, una riguardante lo svolgimento degli Hunger Games, e l’ultima sulle vicende successive. Questa struttura, ripresa dal libro da cui la pellicola è tratta, crea una climax ascendente verso il finale, che, anche se in parte prevedibile, essendo un prequel, lascia lo spettatore con l’amaro in bocca e con una fastidiosa sensazione di mistero. La narrazione, dunque, risulta scorrevole, dotata di un ritmo incalzante che non lascia mai staccare gli occhi dallo schermo; l’intera storia è ben pensata, per questo bisogna costantemente prestare attenzione e non tralasciare alcun dettaglio che potrebbe rivelarsi fondamentale per la piena comprensione del film. I personaggi sono altrettanto ben scritti, in particolare quello di Coriolanus, ritratto come un antieroe, una figura alquanto interessante: è curioso scoprire come un giovane apparentemente così bravo e bello abbia sviluppato una mente contorta come quella del noto presidente Snow, colpevole di crimini agghiaccianti e responsabile della morte di numerosi bambini e ragazzi. Egli è talmente abile con le parole da persuadere qualsiasi altro personaggio, e anche lo stesso spettatore: se quest’ultimo non fosse a conoscenza delle sue future azioni, cadrebbe anch’egli nei suoi inganni, spinto da empatia e compassione. Infatti, elemento portante nella storia è l’amore, contrapposto alla brama di potere. Nonostante sia risaputo che Snow sceglierà la seconda opzione, lo spettatore spererà ingenuamente fino alla fine nella prima. Un altro intrigante personaggio è quello di Lucy Gray Baird, una giovane donna audace e indipendente, una figura oscura e indecifrabile: lei stessa afferma di essere “un mistero”. Per certi versi Lucy Gray può essere paragonata a Katniss Everdeen, ma non completamente: sono certamente entrambe forti, coraggiose e ribelli, ma la prima ha un carisma che Katniss non ha, un talento innato per imbastire un vero e proprio show per gli abitanti di Capitol City. Infatti un ruolo significativo nel film lo svolge la musica: la colonna sonora, a cui ha contribuito la nota cantante Olivia Rodrigo con il suo singolo “Can’t Catch Me Now”, è soprattutto formata da canzoni intonate dalla stessa Lucy Gray. Nonostante sembri assurdo pensare che un film come Hunger Games dia spazio alla musica, la scelta di aggiungerla in questo prequel è stata ben pensata e realizzata, sicché tali scene non sono mai parse forzate né pesanti, ma anzi, aiutano a descrivere più precisamente le emozioni provate da Lucy Gray e contribuiscono a raccontare con parole diverse certe situazioni. Del resto, lo stesso titolo parla di una “ballata”, per cui la musica non può mancare. I fan affezionati, inoltre, saranno felici di ritrovare nel film “The Hanging Tree”, canzone simbolo della rivolta nell’ultimo film della saga: appena Lucy Gray intona quelle note conosciute, è impossibile non avere la pelle d’oca. Questo non è l’unico dettaglio a infondere nostalgia negli spettatori: ci sono, infatti, varie frasi che si ricollegano a ciò che accadrà sessantaquattro anni dopo, scenari familiari e personaggi imparentati con alcuni di quelli che già conosciamo, come ad esempio il conduttore dei giochi, Lucretius Lucky Flickerman, antenato del noto Caesar Flickerman. Non è facile girare un prequel di una saga uscita ormai più di dieci anni fa, che sia coerente con la storia principale e non contraddica tutto ciò che sappiamo sul relativo franchise, ma il regista Francis Lawrence ci è riuscito in modo eccezionale, ispirandosi fedelmente all’opera di Suzanne Collins. La Ballata dell’Usignolo e del Serpente è un film che amplia e arricchisce la storia di Hunger Games, chiudendo delle porte e aprendone di nuove. Molti fan hanno dichiarato di desiderare ulteriori prequel su diverse edizioni dei giochi che vedrebbero come protagonisti personaggi già noti, come Finnick Odair o Haymitch Abernathy. Visto il successo della pellicola, che fino al 2 dicembre ha incassato un totale di più di 193 milioni di dollari, non sarebbe da escludere che queste proposte vengano effettivamente accolte dall’autrice dei romanzi: resta solo da incrociare le dita!

Autore

Federica Fusco

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