Il Turkmenistan: la dittatura più strana del mondo? [Parte 1]

Introduzione e brevi cenni storici

Se parliamo di dittature, soprattutto a stampo comunista, verranno sicuramente in mente la Russia di Stalin, la Corea del Nord sotto il governo della dinastia Kim oppure la Cina di Mao. Ma oggi voglio parlare di un regime non altrettanto conosciuto rispetto a quelli menzionati; questo governo si distinse non in brutalità, come altre dittature del genere, ma in eccentricità delle sue leggi: parlo del Turkmenistan sotto il governo di Saparmyrat Ataevič Niyazov. Ma chi era costui, e come arrivò al potere?

Dopo la caduta dell’URSS del 1991, essa si divise in molteplici stati, uno di quelli era appunto il Turkmenistan, territorio mediorientale situato sulla sponda meridional-orientale del Mar Caspio. Il segretario del partito comunista dell’epoca, Niyazov, prese il potere nel paese, proclamandosi presidente a vita. In quanto a politica estera Niyazov ebbe un atteggiamento ambiguo: se da una parte si professava assolutamente neutrale, non prendeva parte ad alcuna decisione dell’ONU e faceva della neutralità turkmena uno dei suoi principali vanti politici, dall’altra dopo la scissione dall’Unione il presidente continuava ad intrattenere rapporti commerciali con altri paesi comunisti, come la Cina e la Russia. Morì nel 2006 di infarto e venne succeduto da Gurbanguly Berdimuhamedow, ancora in carica al momento della stesura di questo articolo.

La “riforma culturale”

L’operato di Niyazov si distinse particolarmente per il suo tentativo di una “riforma culturale”, con norme atte a “riportare il Turkmenistan alle sue gloriose origini”.
Per cominciare cambiò totalmente l’alfabeto usato nel suo paese: introdusse un nuovo alfabeto turkmeno, una variante di quello latino, e lo sostituì al cirillico allora in uso. Inoltre riformò il calendario, rinominando tutti i mesi e i giorni con nomi di eroi, eventi e personaggi della storia e della mitologia turkmena. Degni di nota sono il mese di gennaio, a cui venne attribuito il nome del titolo onorifico di Niyazov Türkmenbaşy, “leader dei turkmeni”, il mese di aprile, chiamato col nome della madre del presidente, Gurbansoltan (che sarà anche il nuovo vocabolo per definire il pane), e il mese di settembre, avente il nuovo nome di Ruhnama, il libro che Niyazov scrisse (il primo e il terzo punto verranno approfonditi in apposite sezioni). Vietò anche un numero molto alto di passatempi e pratiche detti “non necessari e non conformi agli ideali della cultura turkmena”, come il lip-syncing nei concerti dal vivo, i videogiochi, l’opera, il balletto, il circo, il trucco per i presentatori TV, i denti d’oro (consigliava di masticare ossa per fortificare i denti), il fumo e i cani all’interno della capitale Asgabat (per il loro “odore nauseabondo”). Inoltre, come verrà approfondito tra poco, promosse un culto molto forte della sua personalità.

Il culto della personalità

Niyazov – o meglio, come voleva farsi chiamare ogni volta che lo si menzionasse in TV, alla radio o in qualsiasi articolo, “Sua Eccellenza Saparmurat Ataevič Niyazov, leader di tutta l’etnia turkmena, presidente del Turkmenistan e governatore del gabinetto dei ministri” – volle lasciare la sua impronta nel paese, con una presenza estremamente invadente dell’immagine del Türkmenbaşy. Oltre a dare il suo nome al mese di gennaio, come già detto, ad una scuola e ad un meteorite, fece mettere la sua effigie dovunque: sulle bottiglie di brandy e vodka (i suoi alcolici preferiti), sul logo della TV statale, su orologi e su tutte le banconote di manat (moneta turkmena, n.d.r.), come nella foto in basso. Inoltre fece costruire diverse statue raffiguranti la sua figura, placcate in oro – la più costosa fu la statua d’oro massiccio posta sulla cima dell’Arco della Neutralità ad Ašgabat. Essa venne a costare l’equivalente di circa 12 milioni di dollari americani ed ha una particolarità, ovvero che tale statua è collocata sopra una piattaforma rotante, che gira ad una velocità tale da non permettere mai che il sole “dia le spalle” alla figura del leader. Una sezione a parte meritano i provvedimenti riguardanti il suo libro, il Ruhnama: questo scritto infatti fu oggetto di propaganda tanto quanto lo fu il suo stesso autore.

NOTA DELLO SCRITTORE: Siccome questo signore ha emanato numerose leggi distopiche e assurde, e ha dato molto materiale di scrittura, per non occupare un eccessivo spazio all’interno del giornalino ho deciso di dividere quest’articolo in due parti: troverete la seconda parte nel prossimo numero.

Fonte e crediti dell’immagine di copertina: https://souvenirchronicles.blogspot.com/2018/07/ashgabat-turkmenistan-monuments-to.html

Autore

Beniamino Gatto

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