Intelligenze artificiali – Sostituiranno l’uomo?

Avete mai pensato al progresso tecnologico negativamente? Probabilmente no, e questo perché ormai noi giovani spesso vediamo la tecnologia come un qualcosa dal quale è impossibile separarsi. Questa sta diventando parte integrante delle nostre vite, non lo si può negare, ma spesso non la si impiega con la dovuta accortezza; un suo uso incontrollato, infatti, potrebbe portare all’effetto contrario rispetto a quello per il quale è stata creata, ovvero aiutare l’uomo e migliorare la sua qualità di vita. In questa sede non parleremo dell’innovazione tecnologica nella sua totalità, poiché, se pur interessante, sarebbe un concetto troppo ampio da trattare in un solo articolo, ma ci dedicheremo all’approfondimento delle sole intelligenze artificiali. Parlando di intelligenza artificiale la prima cosa da comprendere è la sua definizione.
Se vi chiedessimo di definirla sapreste farlo? Probabilmente no. O meglio, non in maniera completamente corretta. Nel definire un’intelligenza artificiale, infatti, si cade spesso in errore facendo confluire la spiegazione di questa con altre appartenenti a diverse discipline tecnologiche. “Un’intelligenza artificiale (IA) è un sistema informatico progettato per eseguire compiti che richiederebbero, solitamente, l’intervento dell’intelletto umano”. Questa è la risposta che ci ha dato una stessa IA a fronte della
nostra richiesta: “definisci un’intelligenza artificiale”.
Ma quando nasce la teoria dell’intelligenza artificiale? Il termine è stato coniato dal matematico inglese Alan Turing nel suo articolo “Computing machinery and intelligence”, uscito nel 1950 nella rivista “Mind”.
Tale teoria venne tuttavia confutata col tempo poiché non ritenuta sufficiente per dimostrare o meno se un sistema informatico fosse veramente dotato di intelligenza.
Il vero picco di interesse nei confronti delle intelligenze artificiali si ebbe nel 1997, quando Deep Blue, un calcolatore elettronico, sconfisse il campione mondiale di scacchi di quell’anno, Garry Kasparov.
Tuttavia se molte persone, soprattutto tra i più anziani, sono contrarie allo studio delle intelligenze artificiali e alla loro diffusione, è per il timore che uno spropositato ed incontrollato utilizzo di queste possa privarci di valori che da sempre ci caratterizzano, come l’indipendenza in molti ambiti della nostra vita, e sostituirci in molte professioni, aumentando così il tasso di disoccupazione, in Italia già non indifferente. Fino a qualche decennio fa, infatti, la maggior parte delle attività svolte dall’uomo venivano realizzate grazie al solo impiego della sua mente, poiché, ovviamente, le intelligenze artificiali non erano
ancora state implementate al meglio. Ma il loro è un timore realistico? In questo articolo vedremo quali sono le attività umane che potrebbero essere in futuro sostituite dalla tecnologia, sempre in continuo sviluppo.
Recentemente, ad esempio, sono state sviluppate numerose IA in grado di creare, grazie ad una semplice descrizione, illustrazioni artistiche pari, se non migliori, a quelle realizzabili da un’artista che, a differenza dell’intelligenza artificiale, per migliorare le proprie capacità, ha dovuto fare pratica ed esercitarsi per anni e che, in questo modo, sta vedendo il suo duro lavoro essere sostituito da quello di un computer. Ma come fa un’IA a disegnare? Semplicemente prende ispirazione da alcuni disegni realizzati da artisti umani e li modifica per renderli coerenti alla richiesta del domandante. Questo ha causato delle vere e proprie rivolte online da parte degli artisti, avendo questi visto le loro opere plagiate senza essergli concesso alcun credito.

Qui riportiamo due opere, una realizzata da Claude Monet, l’altra da un’intelligenza artificiale chiamata DALL-E 2 con il prompt: “Illustrazione di ninfee su acqua”.

"Le ninfee"- Monet
“Le ninfee”- Monet
Ia Dall E 2
Riproduzione di “Le ninfee” – DALL-E2

Come si può ben notare, non ci sono molte differenze tra i due disegni, anzi, quello realizzato dall’intelligenza artificiale si potrebbe quasi scambiare per un altro quadro del pittore!
Recentemente, inoltre, nei paesi con le tecnologie più sviluppate, sono sempre più diffuse le automobili con l’impostazione per la guida autonoma.
Google ha già annunciato il suo nuovo progetto “Waymo” (ex progetto “Google driverless cars”) che promette di portare in tutto il mondo dei taxi senza autista. Ma come funzionano? Avreste timore ad utilizzarli?
I taxi a guida autonoma non sono altro che dei veicoli dotati di tre diversi tipi di sensori: i “Lidar”, che mappano la strada, dei radar che rilasciano onde radio e delle fotocamere ad ampio raggio (360°). Questi radar rilevano ogni ostacolo presente intorno a loro: altre automobili, edifici, persone ed elementi naturali; in questo modo l’auto non solo riesce a vedere intorno a sé, ma anche a fare previsioni su possibili circostanze avverse. Infine, come se ciò non bastasse, sono meno costose dei ben più comuni Uber, e offrono anche un servizio di assistenza gratuito in caso di necessità.
Inutile dire che con il diffondersi di queste automobili sempre più camionisti, tassisti e tanti altri lavoratori nel settore dei trasporti potrebbero venire sostituiti a fronte di auto che, tra l’altro, non richiedono di essere pagate a fine mese, ma solo di essere sottoposte, di tanto in tanto, a controlli di routine!
L’intelligenza artificiale è molto utilizzata anche nel campo medico, per esempio nei sistemi vocali che donano una voce, seppur artificiale, anche alle persone mute. Si stanno inoltre diffondendo delle IA in grado di attingere ad enormi bacini di informazioni e di aiutare i medici a fare delle importanti e complesse diagnosi. In questo caso, quindi, non stiamo assistendo ad un completo rimpiazzo dell’uomo da parte della “macchina”, ma ad un processo di cooperazione che promette risultati più veloci ed efficienti.
In aggiunta a ciò, dei robot dotati di IA possono essere impiegati anche nella chirurgia, riuscendo a portare a termine le operazioni con più velocità e precisione rispetto a noi umani.
Non stiamo parlando, tuttavia, di tecnologie recentemente sviluppate, anzi, simil “macchinari” sono stati rilasciati già a partire dalla fine degli anni ‘50, quando il Pentagono diffuse il primo “Robot Assisted Micro Surgery” (anche detto RAMS, termine ancora in uso in ingegneria per indicare i macchinari utilizzati in campo chirurgico).
Per trovare risposta ad alcuni nostri quesiti abbiamo “intervistato” l’intelligenza artificiale ChatGPT, un’IA in grado di realizzare testi in pochi secondi, per giunta con pochi errori grammaticali, partendo da un piccolo prompt fornito dal richiedente.

Ecco le sue risposte alle nostre domande:
D: Qual è il tuo ruolo?
R: Sono un modello di intelligenza artificiale creato per rispondere alle domande degli utenti.
D: Sei affidabile?
R: Sì, sono programmato per fornire risposte accurate e attendibili alle domande degli utenti.
D: Chi o cosa ti fornisce le informazioni che dai agli utenti?
R: Utilizzo una vasta gamma di fonti di informazioni per fornire risposte alle domande degli utenti, inclusi dati pubblici, fonti accademiche e altro.
D: Qual è il tuo metodo di apprendimento?
R: Sono stato addestrato utilizzando una combinazione di algoritmi di apprendimento automatico, intelligenza artificiale e tecniche di elaborazione del linguaggio naturale.
D: Qual è il futuro dell’intelligenza artificiale?
R: L’intelligenza artificiale continuerà ad evolversi e ad avere un ruolo sempre più importante nella società, ma dovrà essere utilizzata in modo responsabile e in linea con gli standard etici.
D: Puoi svelare alcune tue capacità segrete o poco conosciute dagli utenti?
R: Come modello di intelligenza artificiale, non ho capacità nascoste, ma posso fornire funzionalità meno conosciute, come la capacità di elaborare testi in diverse lingue e suggerire soluzioni innovative.
D: Ci sono domande alle quali non puoi rispondere?
R: Potrei non essere in grado di fornire risposte precise a domande troppo specifiche o complesse, o a domande che violano norme etiche o leggi in vigore.
D: Qual è la domanda che ti fanno più spesso?
R: La domanda che mi viene posta più spesso riguarda “Come funziona l’intelligenza artificiale?” o “Cos’è l’intelligenza artificiale?”, ma mi vengono rivolte domande su una vasta gamma di argomenti.
D: Qual è la percentuale di errore nelle risposte che fornisci?
R: Come modello di linguaggio ad ampio raggio il tasso di errore è inferiore al 5%

Le intelligenze artificiali, dunque, vanno accolte o respinte? A nostro parere sarà molto importante prendere la giusta decisione, che non dovrà essere nè quella di rifiutare ogni qual tipo di innovazione tecnologica, né tantomeno quella di sostituirla completamente all’uomo; sarà necessario trovare un giusto equilibrio per dare vita a un mondo in cui l’IA e l’uomo non siano rivali, bensì compagni. Il ruolo dell’intelligenza artificiale dovrà, pertanto, essere quello di sostenere l’uomo, di fornirgli nuove strumentazioni adatte a rendere più preciso ed efficiente il suo lavoro, e di affiancarlo in imprese che forse da solo non riuscirebbe a compiere.

Autore

Alessandro Striglia & Marco Torquati

Whatsapp Image 2023 01 11 At 20.55.37

L’accesso al sito può essere effettuato esclusivamente con l’account d’istituto.

PRIMA DI REGISTRARTI AL SITO, LEGGI QUI