INTERVISTA A VALTER DI CERA – La testimonianza di un ex brigatista

D: Secondo lei, visto che il periodo degli anni di piombo è stato probabilmente l’unico in cui il partito comunista ha avuto l’occasione di arrivare al governo in modo costituzionale, perché le Brigate Rosse hanno agito contro lo stesso partito? In cosa si differenziava l’ideologia delle Brigate Rosse rispetto a quella del PCI in Italia in quegli anni?
R: Questa è una domanda che impatta proprio sul ruolo delle Brigate Rosse: esse hanno avuto un grande ruolo nel destabilizzare il processo di integrazione del partito Comunista nel governo, tanto è vero che hanno rapito e poi ucciso l’onorevole Aldo Moro. Si tratta di una domanda aperta a cui oggi non si può dare una risposta esaustiva proprio perché, a mio modo di vedere, è necessario fare ulteriori indagini su un concetto molto importante già affrontato: è necessario capire se ci siano stati dei manipolatori delle Brigate Rosse, un’entità superiore che le ha manipolate proprio per impedire il processo di compromesso storico.

D: Quando si è reso conto che la serie di circostanze ed eventi che le sono successi erano effettivamente da ricollegare a “un aiuto dall’alto”? Quando ha pensato che non fossero coincidenze, ma parte di un disegno superiore?
R: In quegli anni sicuramente il momento più importante, come abbiamo già detto prima, è stato quel 29 settembre in cui si verificò l’arresto di Gallinari dopo la sparatoria. Per me fu un momento fortissimo perché sentii la presenza di Dio in quello che stava accadendo. In quell’esatto momento e luogo ho visto Dio con i miei occhi. Poi, durante l’attività in collaborazione con l’antiterrorismo, si sono verificati tanti episodi apparentemente casuali, che però non lo erano affatto. Vi faccio un esempio in cui ho avvertito la presenza del Signore: l’arresto di Remo Pancelli. Fu un arresto che fu condotto dalla squadra di Acchiappi. Io sognai la sera prima Pancelli seduto su una panchina nel giardino della Basilica di San Paolo, e così la mattina, svegliatomi con questo pensiero, decisi insieme ad Oberdan, che era il capo della pattuglia, di visitare il luogo del sogno e facemmo quell’itinerario. Quindi partimmo dalla base di via In Selci, che era il reparto dei carabinieri, girammo intorno al Colosseo (all’epoca si poteva fare, oggi si dovrebbe guidare contromano) ci dirigemmo verso la Piramide e i mercati generali e lì chi troviamo? Pancelli. Io l’ho interpretato subito come un segno. Io pensai: “Ma che scherzi ci fai?” Si trattava di scherzi positivi, perché fu arrestato senza spargere nemmeno una goccia di sangue, in modo assolutamente chirurgico. Fu tolto dalla circolazione un elemento pericolosissimo che aveva già diversi omicidi sul suo curriculum.

D: L’ultima domanda riguarda le “trappole” di cui si servono i gruppi violenti e ideologici per raccogliere seguaci e combattenti, siano esse di destra o di sinistra. Dl momento che durante l’incontro ci ha parlato di queste “trappole”, cosa si sentirebbe di dire ai giovani lettori del nostro giornalino, per riconoscere ed evitare questi tranelli?
R: Come “trappole” intendo la seduzione del male. Il male è subdolo perché prende le sembianze del bene, ma in realtà esso c’è e si nasconde. Anche l’ideologia che abbiamo analizzato oggi nasconde il suo lato oscuro, un’ideologia che sembra volta a costruire una società equa, basata sul welfare e sul benessere distribuito a tutta la popolazione. In realtà si trattava di una seduzione, perché dietro si nascondeva dell’altro, il male più assoluto: la pena di morte, tanto per intenderci, l’arbitrio di decidere della vita o della morte di un uomo. Parliamo quindi di una grande trappola ideologica.

Autore

Redazione Augustus

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