Anche quest’anno, com’è consuetudine dal 1953, gli Augustei trovano nel giornalino uno spazio per la loro voce e per le loro idee, dove la discussione ed il confronto producano frutti comuni per la cultura, grazie agli sforzi di tutti: giacché la cultura, quasi una grande fuga di Bach, si compone di voci diverse che
armoniosamente s’intrecciano e si scontrano con passo incessante; e come nessun quadro si dipinge di un
colore solo, e la diversità di tinte, non che nuocere, anzi avviva le figure, così l’Augustus vuole accogliere in
sé le molteplici inclinazioni di ogni studente, convinti come siamo che soltanto la partecipazione sincera ed interessata possa dare un senso a questo progetto.

Confido che quest’anno perfino più numerosi si facciano avanti gli Augustei, compresi quanti già ci han dato prova di saper scrivere con una versatilità mirabile: articoli di storia, filosofia, letteratura, cinema, musica, poesie, racconti, disegni compongono un variopinto affresco non indegno della Stoà d’Atene. Le interviste con personaggi di spicco del mondo culturale, le iniziative di celebrazione e commemorazione sono poi alcuni dei molti inediti introdotti nel nuovo Augustus dal novembre 2020 e mantenuti quest’anno: un Augustus che si riallaccia alla sua storia, ma rivendica anche la propria novità e gl’indubbi progressi rispetto al passato.

È un piccolo contributo, il nostro, per la grande città della cultura: all’Italia di oggi fa gran bisogno di serietà intellettuale, e l’Augusto – ci auguriamo – ne sarà un esempio in prima linea. Sicché, se anche ripetiamo con Piero Gobetti che “ostacoli ne abbiamo visti e numerosi”, nondimeno, guardando con orgoglio a ciò che abbiamo fatto e proiettandoci con fiducia in quel che faremo, concludiamo poi che “gli ostacoli si superano. E a superarli ci è sprone la giovane età e l’ardore e la coscienza di non far opera vana”.

(In foto: “La Salle de rédaction du Journal des Débats”, Jean Béraud, 1889)