La capanna del Veggente: I figli di Loki pt.2

“E così voi sareste i tre figli che quel disgraziato di mio fratello ci ha tenuto nascosti? – esordì Odino – Non vi facevo così… Così. Non voglio farvi del male, a meno che voi non ne vogliate fare a me: con Loki ho un patto di sangue e non potrei mai ferire la carne della sua carne. Tuttavia, ho intenzione di trovarvi una sistemazione al più presto: qui, ad Asgard, non accettiamo più gli stranieri. Partiamo da te, Jormungandr. È questo il tuo nome, no?”. Il figlio di Loki ruppe le catene che lo legavano all’abete con una facilità impressionante, come se si fosse trattenuto fino ad allora. Iniziò a strisciare verso Odino, ma Thor lo fermò prima che giungesse all’alto trono. “Hai ragione. Io sono Jormungandr, il serpente, primogenito di Loki. Ed esigo la mia vendetta!” L’enorme serpente si alzò allora con la testa e guardò Thor con una ferocia tale che anche le gambe del dio si immobilizzarono. Gli si scagliò contro con una velocità mai vista e spalancò le fauci per inghiottire la stessa persona che aveva visto uccidere sua madre, ma le braccia di Thor si mossero in tempo. Afferrò le due zanne della bestia e la fece girare vorticosamente in aria per poi scaraventarla al suolo con tutta la sua forza. Semitramortito per lo schianto, Jormungandr verrà gettato nel mare che circonda Midgard, la terra degli uomini, e qui crescerà e crescerà e crescerà ancora. Diverrà così grande da potersi mordere la coda e circondare anche lui Midgard. Ogni suo movimento brusco o improvviso genera enormi maremoti e le sue scaglie vengono spesso usate dai nani per rinforzare i metalli delle loro opere.

Il silenzio calò sui presenti. L’immagine di quell’enorme creatura svenuta a terra aveva turbato tutti, ma non la figlia di Loki. Hela (questo era il suo nome) andò lentamente verso il trono di Odino, scavalcò il fratello e, quando Thor cercò di afferrarla, girò la testa di scatto. Un solo sguardo bastò a far vacillare il possente dio del tuono e a farlo indietreggiare. Ciò che aveva visto era indescrivibile, quello che riporto qui è solo frutto di storie che lo raccontano: si dice che, se a sinistra le persone vedessero una giovane dalla chioma bionda e fluente, con le guance rosee e la pelle candida, chiunque la guardasse da destra vedeva un corpo in decomposizione, con i capelli scuri e radi, l’interno delle guance completamente esposto e la pelle decomposta, che mostrava muscoli ed ossa. Nel suo occhio sinistro poteva vedere la vita delle persone, mentre in quello destro osservava la loro fine, che, però, non rivelava mai. Lasciava però impressa nella mente delle persone l’immagine del loro cadavere. Potete immaginare quindi lo shock di Thor nel vedersi a terra morto. Dopo aver traumatizzato a vita il dio, giunta alla base della scala, disse: “Hàvi, tu che sei il più saggio fra gli dèi, ti chiedo di perdonare mio fratello: a volte non si trattiene ed è troppo legato a ciò che appartiene a questo mondo. Non sa lasciar andare le persone.” Odino, sorpreso da quelle parole, non rimase inorridito dalla visione che Hela gli lasciò e le rispose: “Chi ti ha insegnato ad essere così educata? Da una figlia di Loki mi aspettavo qualche inganno, non una richiesta di scuse. Le dee hanno fatto un bel lavoro. So dove poterti collocare, sempre se a te andrà bene. C’è una terra di ghiaccio e gelo alle radici del Grande Frassino dove le anime di coloro che sono morti senza onore aspettano una guida. Te la sentiresti?” “Volentieri” rispose la giovane, con un sorriso orripilante sul volto. Così Helheim, la terra dei morti, ottenne il suo nome e la sua regina. Ma Hela non dimenticherà quello che gli dèi hanno fatto ai fratelli. E quando il sangue di Loki non dimentica, non lo fa mai. Mai.

Era rimasto solo l’ultimo dei fratelli, Fenrir, che Tyr portò al cospetto di Odino. Incredibilmente, forse un po’ mosso dalla voce rassegnata del dio della giustizia ed un po’ dalla “piccola” mole del lupo (perché, sì, Fenrir era un lupo), il padre degli dèi accettò di tenerlo ad Asgard, lasciandolo libero su un alto monte. Questa piccola concessione, però, fu l’ultimo passo verso la realizzazione di una profezia, iniziata con la relegazione di Jormungandr e continuata col dominio di Hela: il Ragnarok.

 

Autore

Simone Di Pinto

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