La “Nuova Frontiera” di Kennedy e il Muro di Berlino (PARTE 1)

Il personaggio che voglio introduca questo articolo è forse uno tra i più emblematici e illustri uomini della storia, nonché presidente degli Stati Uniti, uno dei pochi che hanno lasciato un solco profondo e una traccia memorabile – ancora oggi infatti è protagonista di numerosissimi libri e ricerche: si tratta di John Fitzgerald Kennedy. Riflettendo più volte sul suo percorso da presidente, ho sempre pensato che rispetto agli altri avesse una qualità che lo contraddistinguesse, che lo facesse spiccare. Fu, dal mio punto di vista, un uomo rivoluzionario, dal momento che intendeva il senso più profondo dell’espressione “andare oltre i confini”, un desiderio che si dimostrò alquanto arduo, forse troppo, considerando il mondo di allora, un luogo spaccato in due dal Muro di Berlino, pertanto già diviso e frammentato dagli interessi delle due superpotenze mondiali.  Conclusa però questa parte introduttiva, ci chiediamo cosa si intende per uomo desideroso di “andare oltre i confini” e soprattutto qual è il mondo in cui vive Kennedy e che caratterizza gli anni del dopoguerra. Lasciate che ve lo spieghi ponendo al centro del nostro interesse e come filo conduttore di questo articolo l’aspetto più storico della questione.

Nel 1961, scaduto il secondo mandato del repubblicano Eisenhower, divenne presidente degli Stati Uniti il democratico John Fitzgerald Kennedy. Aveva solo 44 anni e proveniva da una ricca e potente famiglia cattolica di origine irlandese. Sin dal suo primo discorso, egli si richiamò alla tradizione progressista di Wilson e di Roosevelt proponendo al Paese la conquista di una “Nuova Frontiera”, non più quella territoriale dei pionieri dell’Ottocento, bensì quella culturale, scientifica e spirituale. In uno dei suoi primi discorsi Kennedy afferma: “Noi ci troviamo oggi davanti a una Nuova Frontiera, la Frontiera degli anni Sessanta. Al di là di essa si estendono i domini inesplorati della scienza e dello spazio, dei problemi irrisolti della pace e della guerra, delle sacche di ignoranza e dei pregiudizi non ancora debellati”.

Infatti, gli obiettivi fondamentali che Kennedy cercò di raggiungere sono i seguenti:

-Demolire la frontiera del pregiudizio imponendo l’integrazione razziale agli Stati del Sud che invece praticavano la Segregazione, appoggiando la lotta che stava conducendo Martin Luther King.

-Allargare gli orizzonti dell’uomo, esplorando lo spazio e varcando il CONFINE Terrestre.

-Abbattere la frontiera dell’ingiustizia sociale, varando un programma di assistenza per gli emarginati e per quella grossa fetta della popolazione che verteva in condizioni di povertà.

-Far cessare quello stato di terrore che interessava l’intero globo, a favore invece di una “coesistenza pacifica” tra Urss e Stati Uniti.

Tuttavia…

Nonostante la lotta portata avanti dal presidente Kennedy, le sorti dell’Europa erano già prescritte: Berlino, capitale della Repubblica Democratica Tedesca sotto l’influenza Russa, era rimasta frammentata in Zona A, capitalista, e Zona B, comunista; Berlino era anche protagonista da tempo di un grande flusso migratorio, da parte dei Tedeschi Orientali, verso la parte Occidentale del Paese, dove le condizioni di vita erano sicuramente più vantaggiose. Ciò, però, danneggiava gravemente l’immagine della Germania dell’Est, e fu per questa ragione che, dopo numerosi tentativi da parte del generale Krusciòv nel richiedere il ritiro statunitense dal settore Ovest della città, egli fece ergere, nella notte del 12 Agosto 1961, un muro di separazione tra le due zone dell’ex capitale tedesca. Esso, oltre ad essere costituito da filo spinato, era anche occasione di incessante sorveglianza militare nel tentativo di interrompere quella corrente migratoria che cercava di oltrepassare il confine, giungendo nella parte Ovest. Intere famiglie furono divise e le fughe divennero impossibili, poiché duramente ostacolate dalle truppe sovietiche che avevano l’ordine di sparare a vista non appena si provasse a varcare il “Muro della Vergogna”, così definito dai berlinesi. Tutto ciò ha costituito la prima grande crisi della “Coesistenza Pacifica”, obiettivo tanto auspicato da Kennedy.

LA PARTE 2 NEL PROSSIMO ARTICOLO

Autore

Antonio Filippo Gentile (Direttore)

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