SCRITTE – Un resoconto delle opere sui muri dei bagni

Le scritte sui muri dei bagni. Una costante, nelle scuole pubbliche italiane. Vandalismo gratuito per molti, poesia di strada per alcuni. Per noi, una fonte di conoscenze sociologiche. Ci si aspetterebbe di trovare poco più che improbabili osanna ai corpi di alcune ragazze ed insulti ai professori, e ci si sbaglierebbe. Ovvero, naturalmente ci sono. Ma non solo quelli. Gli argomenti di discussione includono, oltre alla politica, il calcio. Ma non semplicemente il calcio: esso viene infatti utilizzato e romanticizzato per esprimere diversi tipi di emozioni:

“Se sei in bagno a deprimerti ricorda che poteva annà peggio… Potevi nasce della Lazio”

“Un giorno, all’improvviso, L+L 24/9/2022” – Canti del Napoli

Non mancano sentimentalismi sull’istituto. È interessante notare come questi brevi estratti mettano l’Augusto in una luce positiva, pur trovandosi in mezzo a dichiarazioni di profondo odio nei confronti degli insegnanti delle materie d’indirizzo. È evidente che per questi alunni la scuola è stata più di un luogo di apprendimento, si tratta di parte della loro identità, della loro esperienza in quanto persone. Di seguito alcune delle frasi ritrovate nei bagni dei maschi. Le parole ritenute troppo oscene per essere pubblicate sono indicate fra parentesi quadre e appropriatamente censurate.

“La [s…] è bella ma l’augusto de più. Me mancherai”

“Ci vediamo all’Inferno (Via Gela)”

Sono presenti anche scritte che fungono come chiara e semplice comunicazione:

“Prossimo che rompe la serratura je meno”

Restano infine delle frasi poetiche difficili da inserire in una categoria specifica. Si tratta di estratti di canzoni o opere originali.

“Ci siamo innamorati per quello che eravamo e ci continueremo ad amare per ciò che saremo insieme!”

“Potevamo fa invidia ar nonno, e nvece avemo fatto schifo ar [c…]”

“Le persone migliori rimangono da sole” – Psicologi

“Non me ne frega [nc…] / presto m’ammazzo / overdose / sul mio [c…] di terrazzo”

“L’amore al liceo è peggio che perdere un anno”

È possibile osservare due principali filoni di pensiero in questi estratti e poesie: il primo, nonché il più prevalente, è fatalista e rassegnato. Vede l’Io narrante come un’anima dispersa che ormai non spera, o non può più sperare, che le situazioni migliorino. Si rievocano tempi di gloria passati e ciò che sarebbe potuto essere, e si riconosce come ormai un miglioramento è impossibile. Il secondo, meno prevalente ma non trascurabile, è più ottimista. Nel caso di quest’ultimo, è interessante osservare come la positività sia sempre canalizzata nell’amore e nel calcio, quasi mai si parla di sollievo fine a sé stesso.

Come in ogni ogni luogo contenente arte clandestina, è poi possibile individuare dei tag. Si tratta delle firme di vari artisti, che studiano un modo visivamente piacevole per provare di essere stati in un dato luogo. Fra gli artisti è possibile individuare i nomi di Moth, Wake, Astro, KiKio (traslitterazione approssimativa), Slam e Sputo. Quest’ultimo è probabile che si tratti di un tagger alle prime armi, in quanto numerose delle sue tag sono presenti nello stesso bagno ogni volta leggermente diverse, come se stesse sperimentando metodi diversi per trovare il migliore. Per quanto riguarda l’arte nel senso tradizionale del termine, nei bagni dei ragazzi si possono individuare tre opere. La prima è Stalinazi: una rappresentazione del busto del leader russo Stalin con una svastica e la scritta “DUX” sul colletto della giacca. Potrebbe sembrare satira grossolana, ma pone in realtà una serie di possibilità: il disegno potrebbe essere stato creato originariamente per prendersi gioco di Stalin paragonandolo a Hitler, oppure potrebbe essere stato disegnato originariamente come Stalin e poi imbrattato con la svastica e la scritta come forma di protesta contro la rappresentazione del dittatore. Un’altra opera è Augusto 420, che ritrae l’imperatore Augusto, simbolo della scuola, intento a fumare una sigaretta. Dato il numero presentato di fianco al nome dell’opera, si può dedurre che lo spinello contenga della marjuana. Conoscendo il modo di pensare dei giovani non è escluso che l’origine di questo disegno sia da attribuirsi ad una battuta fra amici: dopo aver visto un mozzicone lasciato sul marciapiede vicino alla scuola potrebbe essersi aperto un discorso su Augusto 420, culminato con la decisione di uno degli amici di disegnare Augusto mentre fa uso di 420 per immortalare la discussione. Il terzo disegno è Take a Break: ritrae una giovane donna che, appogiata ad un terrazzo che dà su un cielo stellato, guarda l’osservatore con aria stanca ma contenta mentre regge una bottiglia semivuota. La scritta che dà il titolo all’opera lascia pensare che sia un invito all’osservatore a non strafare con il lavoro e permettersi un attimo di respiro. Tuttavia questo disegno è apparso più di recente, a giugno del 2023, quindi non è escluso che si riferisca alle vacanze estive. Anche i bagni delle ragazze contengono delle scritte. È possibile osservare come ne siano presenti in numero superiore, ma di dimensione minore. Questa osservazione non è vera laddove le scritte hanno una matrice politica. Possiamo trovare la scritta “15-09-2009”, che potrebbe essere la scritta più vecchia presente nei bagni scolastici, ammesso che non si tratti della data di nascita della sua autrice. Anche qui sono presenti dei tag, quelli di Siero, Ron (traslitterazione incerta), Len, L.D. e Senior. Anche qui è possibile ritrovare numerose frasi in riferimento alla cultura pop. I temi trattati sono simili a quelli che si ritrovano anche nei bagni dei maschi, tuttavia è possibile riscontrare un numero superiore di murales con frasi positive. È superfluo spiegare come è in questo genere di contesti che si comprendano i veri pensieri degli studenti, e gli artisti, anche quelli dalle capacità più discutibili, diventano improvvisamente il tramite di un pensiero che non abbiamo il coraggio di esternare noi stessi.

“Pittaml insiem stu futur.”

“May the odds be ever in your favor” – Hunger Games

“Se voglio te non va bene un doppione / perché voglio l’oro non voglio l’ottone” – Gemitaiz & Madman

“Vicino a te perdo la testa, lontano da te perdo il cuore”

“Questo amare senza dolore com’è? E volare senza cadere, cos’è?” -Nayt

Trovo inoltre doveroso riportare il fatto che una tagger ci consiglia caldamente di leggere “Come anima mai” di Rossana Soldano. Nei bagni delle ragazze si trovano poi frasi che hanno ricevuto una risposta da altre persone.

– Lo amo <3
– No, ti sei innamorata dell’idea che ti sei fatta di lui.

-Impara che non tutti quelli che ti sorridono sono amici.
-La maggior parte ha una paralisi facciale.

-Perché ti sei chiusa in bagno a piangere? Asciuga quelle lacrime e andiamo ad ubriacarci insieme.
-Ci sto!

-Guarda dove sono senza te.
-In bagno. Probabilmente a [c…..]

Questo ci mostra un sentimento di sorellanza e reciproco supporto fra persone sconosciute ed un desiderio di non prendersi troppo sul serio in un ambiente che le obbliga già ad essere squadrate.

Uno dei disegni nel bagno delle ragazze è Viva El Barto, che ritrae l’alter ego di Bart Simpson, teppista per antonomasia. Personaggio francamente azzeccato per un disegno fatto su un muro in maniera non autorizzata, e che aiuta gli studenti ad alleggerire la routine facendoli sentire al di fuori del sistema, cosa che a prescindere dalla sua veridicità, aiuta a sopportarlo. Troviamo poi Karma, che rappresenta il ciclo carmico con le tre frecce della raccolta differenziata. Un’ingegnosa interpretazione moderna del concetto per cui si riceve ciò che si da, perfetta per l’era dell’ecologia. Ma il simbolo della raccolta differenziata potrebbe anche indicare l’immondizia in senso più generale, magari sostenendo che la legge che regola l’universo è ingiusta, o magari che non tutti finiscono per ricevere ciò che meritano.

Non mancano poi frasi motivazionali che si ispirano ai grandi classici e che, con una spossata e determinata saggezza, ammettendo la sconfitta nei confronti delle oberanti lezioni, ma non rinunciando a offrire propria la solidarietà al prossimo, recitano frasi come…

“E carpelo sto diem.”

Autore

Giovanni Maria Macchia

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