Why Women Kill: una serie tra passato e presente

In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ho pensato di essere in tema per parlare di una serie tv non molto conosciuta, ma che merita sicuramente più attenzione: Why Women Kill, ideata da Marc Cherry e mandata in onda dal 15 agosto 2019. La serie esplora la vita di tre donne che vivono in tre periodi diversi e che devono affrontare l’infedeltà dei loro mariti; come si intuisce dal titolo, gli spettatori poi scopriranno perché sarebbero spinte ad ucciderli. Le tre storie, pur essendo diverse, si collegano tra loro, poiché sono ambientate tutte nella stessa villa, passata da una coppia all’altra negli anni. Perché ho deciso di parlarne proprio oggi?

Oltre a quanto detto nella trama, la serie affronta diversi temi attuali riguardanti le donne e non solo; tra questi, c’è la violenza domestica. Questo tema è trattato in modo molto fedele alla realtà: infatti, si può vedere come la vittima inizialmente non reagisca alle violenze subite, cosa che succede a molte donne maltrattate, ma pensa che siano solo degli scatti d’ira o di nervosismo. La donna in questione, nella serie, viene aiutata dalla protagonista, Beth Ann, che capisce la sua situazione dal modo in cui si comporta quando la viene a trovare mentre il marito è in casa, e dal forte trucco che indossa per coprire i lividi.

Una scena che mi ha molto colpita si svolge durante una festa del vicinato, dove la donna viene vista ballare con un uomo dal marito; quest’ultimo la rimprovera subito, umiliandola davanti a tutti gli ospiti, e urlandole contro. Assistendo alla vicenda, la protagonista dice al marito di aiutarla, ma lui si rifiuta, rispondendo che non sono affari suoi (anche questo gesto, purtroppo, è molto frequente tra i testimoni di tali violenze). Dopo che la donna viene riportata a casa dal marito, Beth escogita nei giorni seguenti un piano per salvare la sua coetanea, e da qui in seguito si capirà particolarmente la scelta del titolo di questa serie. Quello che ho raccontato è stato solo uno dei tanti temi che tratta lo show: infatti, vivendo tre storie in tre epoche differenti, possiamo anche vedere come la donna veniva trattata in quei diversi anni, i diritti che non aveva e che riceverà poi. Ad esempio, Beth, di cui ho parlato prima, vive negli anni ’60, e in quel periodo la donna era soprattutto vista come colei che doveva badare ai figli e alla casa. Proprio per questo mi è piaciuto molto lo sviluppo del personaggio, la consapevolezza che acquisisce di sé e dei diritti che le spettano.

Nelle altre due storie della serie, invece, una ambientata negli anni ’80 e l’altra nel 2019, vengono esplorati temi quali l’omofobia, il ‘poliamore’, la tossicodipendenza.

Tutta la serie televisiva, in generale, tratta argomenti molto delicati e importanti, alcuni definiti anche come ‘tabù’, mentre qui se ne parla in modo molto semplice e tranquillo, alternando scene serie e tristi a momenti di risate e divertimento.

Secondo me, merita molta più attenzione di quella che ha, poiché è una serie diversa e innovativa, molto interessante e istruttiva. Inoltre, si guarda tranquillamente in una settimana, data la sua breve durata. Penso che, soprattutto in questo periodo di ‘quasi-isolamento’, sia molto adatta a momenti di relax e pausa dallo studio e dallo sport, e tale che soprattutto se ne può imparare molto, grazie a temi trattati anche in epoche diverse dalla nostra, ma che allo stesso tempo sono sempre molto attuali.

Autore

Federica Fusco

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